Gazzetta Musicale di Milano, 1872/N. 3

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N. 3 – 21 gennaio 1872

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[p. 19 modifica]-AJSTKTO XXVII. IST. 3 21 GENNAJO 1872 DIRETTORE GIULIO RICORDI SALVATORE FARINA SI PUBBLICA OGNI DOMENICA Al presente imm.ex’o è unito il Numero della RIVISTA MINIMA. RIVISTA RETROSPETTIVA dell’anno 1871. GENNAJO — Parecchie opere buffe del repertorio italiano, rappresentate per la prima volta al Lyceum di Londra, ottengono splendide accoglienze. — Verdi è invitato ad occupare la carica vacante in Napoli di direttore del Conservatorio in vece di Mercadante; nel rispondere trova modo di dare ai compositori italiani alcuni consigli che valgono più d’una lezione. — A Londra va in scena con splendido esito la nuova opera di Bottesini - Alì Baba. — Va in scena a Savona con lieto esito la nuova opera La Stella delle Alpi del maestro Bolzoni. FEBBRAJO — A Lucca è rappresentata con buon successo l’Abencerragi del maestro Angeloni. — Al contrario non ha sorti liete Y Amleto del maestro Faccio alla Scala di Milano. — L’Elisabetta d’Ungheria del maestro Beer è eseguita alla Scala con esito infelicissimo. — A Pesaro piace la Merope, nuova opera del maestro Zandomeneghi. — A Vienna piace un’operetta nuova di Giovanni Strauss, Indigo. — L’Odeon d’Amburgo rimane preda delle fiamme. — Edoardo Fétis pubblica a Bruxelles uno scritto intitolato: U Arte nella società e nello stalo. — Il teatro dell’opera di Santiago è pure distrutto da un incendio. — Muore a Pietroburgo Alessandro Seroff, il più celebre compositore russo moderno. — La Messa di Rossini è eseguita con successo a Madrid. — Il ministero istituisce una Commissione per studiare le condizioni dei conservatorii italiani e proporre i miglioramenti. Verdi accetta la presidenza. MARZO — Va in scena con lieto esito al Carlo Felice di Genova il Papà Martin, nuova opera di Cagnoni. — A Napoli dopo qualche contrasto ottiene esito lieto il Don Carlo di Verdi. — A Velletri piace una nuova opera del maestro Rubali Isabella Orsini. — Splendido successo la Follia a Roma di Federico Ricci, riprodotta al Carlo Felice di Genova. — Muore a Venezia Antonio Buzzolla, valente compositore. — E a Bruxelles.muore Fétis, compositore di merito e critico assai riputato. APRILE — Filippo Filippi, appendicista della Perseveranza, finge di pigliarsela colla Gazzella Musicale per aver il pretesto di farle cinque colonne di reclame... che le procurano un abbonato di più. — Viene inaugurata nel vestibolo del teatro alla Scala la statua di Rossini. — Muore in Napoli il celebre pianista Thalberg. — A Pest ottiene esito entusiastico il Don Carlo di Verdi. — Il Quadro parlante, nuova opera del maestro Baccliini, ha lieto esito a Firenze. MAGGIO — Muore a Parigi Daniele Francesco Auber. — Viene inaugurato solennemente un nuovo elegantissimo teatro a Losanna. — Piace al teatro Carcano di Milano l’opera Ipromessi Sposi di Petrella. — La Commissione nominata per studiare le riforme da introdursi nei conservatorii di musica italiani fa la sua relazione e presenta il progetto del nuovo regolamento. — Quattro teatri di Parigi - il Lirico, lo Chalelet, la Porle Saint Marlin, e i Délassements comiques vengono incendiati dai comunisti. — Muore a Vienna Federico Halm, autore drammatico di gran rinomanza. — Piace al Re (vecchio) di Milano la nuova opera del maestro Montuoro L’Avvocato Patelin. GIUGNO — Ambrogio Thomas ê nominato dal Governo succeduto alla Comune Parigina, direttore del Conservatorio invece del defunto Auber. — Il teatro di Breslavia è distrutto dalle fiamme. — Un incendio distrugge pure il teatro di Shanghai. — Muore a Napoli Evaristo Chiaradia, letterato colto e critico arguto. {Continua). All9 amico JE. RJEYER Critico-musicale-Appendicista del Journal des débats, compositore, maestro, bibliotecario, ecc., ecc.! Caro Collega! Non credere, amico Reyer, che chi ti chiama collega sia Wagner in persona, o Berlioz redivivo; neanche per sogno. Chi ti chiama con questo dolce nome non è altro che un Matto; un matto che si credeva il più matto di tutti, ma che, dopo aver letto la tua appendice intorno all’Aida di Verdi che tu udisti al Cairo, è ora vergognosamente obbligato a confessare che tu sei molto più matto di lui, epperò ti proclama il Re dei Matti passati, presenti e dell’avvenire.., sopratutto delT avvenire... E se tu, rimanendo stupito a tanto onore, volessi ricusare per eccessiva modestia questo titolo pomposo, ben io sarò capace di [p. 20 modifica]20 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO fi Yf $ l I s. Ibi persuaderti, facendoti toccar con mano i varj titoli per cui ti sei reso degno di imperare sovra la nostra numerosa coorte. Prima di tutto ti dirò in confidenza, ch’io avevo l’intenzione di scriverti nel tuo idioma. Ma ho pensato, e con ragione, che un illustre uomo della tua portata, doveva conoscere a mena dito la nostra lingua, tanto facile, tanto chiara, che per te sarà stata una bagattella l’impararla, come fu per te una bagattella il comporre quelle profondissime e sapientissime opere che si chiamano la Statua e l’Erostrato! Parentesi. (Un altro mio collega che scrive sotto il falso nome di Pompiere, in un giornaluccio insipido chiamato Fanfulla, mi dice che quando andò in scena l’Erostrato con quel gran successo che tutti sanno, si fece questo barbaro, velenoso, inaccessibile giuoco di parole: Ero - strato di piombo e lo sarò sempre. Mi avverte altresì che l’altra tua opera è pure bellissima per ispirate, spontanee, chiare e fresche melodie, ma che la protagonista ti ama tanto che sta - tua per sempre, piuttosto di essere del pubblico). Ma torniamo a noi, se non ti spiace, ed enumeriamo i varii titoli per cui ti sei reso degno di diventare mio collega, e chiamiamo questi gentilmente a Dunque: titoli col nome di materie, nome che si presta varie interpretazioni. materia prima. il pubblico che accettando l’invito del Khédive hai / L’avvertire / dichiarato che non avresti subito alcuna influenza, ma avresti scritto colla maggior franchezza le tue opinioni, fu atto di cattiva politica, per la ragione che i maligni potrebbero credere che prima di questo invito hai possibili ed immaginabili. materia Lodare V Aida, opera di quel k scritto sotto tutte le influenze seconda. Verdi che per te fu sempre meno di zero, è cosa che ti può far molto danno presso i tuoi apostoli!... Il criticare acerbamente un uomo celebre ha un non so che di chic, da non dispregiarsi: e se tu abbandoni questa via, che cosa ti resta?.... come potrai richiamare l’attenzione del pubblico verso di te?.... Per quanto rabbiosamente tu lo faccia, tuttavia lodi da cima a fondo questa benedetta Aida: cosi rientri nel numero e nella turba dei miseri mortali!.... diventi un uomo comune, e più!.... Male, molto male!... materia terza. nulla Trovi molto belle alcune melodie caratteristiche arabe, che Verdi ha usato nella sua Aida: e fin qui sta mine ti salta in capo, o dottissimo Reyer, una di queste melodie fu mandata a Verdi dal fratello di Donizetti? Ora me l’hai fatta fratello di Donizetti è morto nientemeno che la bagatella di 16 anni fa!.... bene. Ma che d’annunciare diaclie da Costantinopoli grossa! Il povero nel 1856!!

A meno che Giuseppe Donizetti non fosse anche lui un uomo dell’avvenire: chè in questo caso si capisce, come preconizzando l’Aida, e conoscendo la povertà della fantasia di Verdi, pensasse a rimediarvi, mandandogli in tempo la melodia in quistione. Sgraziatamente tanto questa quanto l’altra melodia da te annunciata come indigena, sono proprie scaturite dalla testa del maestro Verdi!.... che ha fatto nè più nè meno di quanto fecero molti altri compositori, i quali dovendo scrivere qualche cosa di caratteristico, sia poi arabo, o chinese’, o turco, o calmucco, o spagnuolo, non fecero che attenersi allo stile proprio della nazionalità che intendevano rappresentare, senza bisogno di copiare una melodia indigena. Verdi ha avuto la disgrazia di riuscire tanto bene, da trarre in inganno un uomo della tua levatura! Pazienza ancora il dire che sono melodie indigene! Avresti detto una menzogna assai grossa, perchè ti sfido a trovar in tutto l’Oriente le melodie indigene che servirono per Y Aida; ma peuh!... una più, una meno, chi ei bada ora in Francia, e specialmente in Italia, ove si fa giornalmente commercio di corruzione esportata?... Ma un critico? un appendicista del Débats, un maestro, un compositore quale tu sei, tirarmi fuori la baggianata del fratello di Donizetti?..- Davvero, non me la sarei aspettata, e ti avrei creduto più furbo assai. materia quarta. Mariette Bey e Camillo du Locle sono due uomini cari alla scienza ed alle arti, ed ai quali si deve essere riconoscenti, perchè sta di fatto che furono essi che buttarono le prime fondamenta dell’edificio di Aida. Ma per portare a cielo due tuoi connazionali non devi buttarmi a terra un povero poeta italiano, vo’dire il Ghislanzoni. Sappi, mio dolcissimo Reyer, che non è vero che: le rôle de M. Ghislanzoni s’est borné à traduire en vers italiens les vers français de monsieur du Locle; e ciò per la semplicissima ragione che monsieur du Locle non ha scritto neppure un vers français per l’Aida, per cui i vers italiens sono proprio di Monsieur Ghislanzoni, il quale ha avuto perfino l’audacia di farne di bellissimi, senza tradurli dai vers français!!!.. Malin d’un Ghislanzoni! Come vedi in quattro colonne d’appendici, ho trovato quattro materie più che sufficienti per giustificare il titolo di collega, che ti ho dato. Sono 12 de colonne della tua appendice e sgraziatamente non sono colonne d’Èrcole!.. Se io le ripassassi attentamente troverei di certo altri otto capitoli interessanti, come lo sono i quattro cui ho accennato. Ma non voglio dilungarmi di troppo, che farei perdere a te ed ai lettori un tempo prezioso. Ciò che mi premeva era di affermare i tuoi meriti speciali, ed i pochi accennati bastano ad esuberanza a far proclamare anche te un bel matto. Ti assicuro che ti troverai in buona compagnia. In ogni modo non posso tralasciare dal ringraziarti della soverchia benignità che hai dimostrato per T Aida, mentre avresti potuto schiacciarla, annientarla, distruggerla co’tuoi fulmini onnipossenti, come già facesti colle altre opere di Una sola cosa mi tiene in sospeso, ed è la tua che Verdi è oramai sulla buona strada!... Ahi! ahi!... ciò mi darebbe molto a pensare!... ancora che Verdi avrà di nuovo sbagliato strada volte! Verdi!.... dichiarazione Ma come E per terminare, concludo colle tue precise parole:» A vouez qu’un prince comme Ismaïl-Pacha vaut souverain qui gagne de grandes batailles, et sourlout qui les perd. Bravo!... questo calcio dell’asino dato a Napoleone io spero le altre hi en lei tel autre a proposito ò&WAida, mi pare tutto ciò che di meglio hai potuto dire nella tua appendice!... Lasciamo stare il povero Re di Prussia, che tremerà leggendo le tue parole: certo si è che il tiranno Bonaparte sarà molto mortificato per questa tua boutade, ed io m’auguro che non si verifichi una restaurazione della dinastia maledetta!... Il tuo posto di bibliotecario dell’Opera, che fatalmente dovesti forse accettare dall’aborrito Napoleone III, correrebbe de’ brutti pericoli. Dopo tutto, salute e prosperità; i miei sinceri complimenti al tuo Erostrato che probabilmente a quest’ora si trova col fratello di Donizetti, ed ama il tuo amico e collega [p. 21 modifica]GAZZETTA. MUSICALE DI MILANO 21 Accanto all’elenco delle opere italiane comparse nel 1871 ei piace porre l’elenco delle principali opere di autori stranieri, senza però pretendere all’esattezza scrupolosa. In Francia: Gallia cantata di Gounod, Erostrato di Reyer, Jeanne d’Are di Serpette, Javotte di Jonas, Le Peau-Rouge de Saint-Quentin di Leterrier e Vanloo, Le Trône d’Ecosse di Hervé, Boule-de-Neige di Offenbach, la Queue du chat di Clairville, le Testament de M. de Crac di Lecoq, Nabuco di Debillement, Leterrier e Vanloo, Aladin di Hervé, La boite de Pandore di Litolff e la Tour du Chien-Vert di Duprato, oltre varie inezie musicali in un atto di nessuna importanza. In Spagna: Il Tulipano dei Mari di Balart a Barcellona, Marina di Arrieta a Madrid, Ferdinando IV ei emplazado di Zubiaurre a Madrid, Una venganza di Fernandez a Madrid, El hombre es debil di Barbieri a Barcellona, Venta Encantada di Reparez a Madrid. In Germania: Der Haideschacht di Holstein a Brema, Indigo di G. Strauss a Vienna, il Borgomastro Güngelstedt diSteinhart a Darmstadt, Frilhyof di Hopffer a Berlino, Dal Reno all’Elba di Krebs a Dresda, Morgiana di Scholz a Wiesbaden, Svatojanské prondu di Rozkosny a Praga, Gudrun di Reissmann a Lipsia, Der Zauberring di Scliroder a Quedlinbourg, La Rosa di Baciar ack di Scherff ad Amburgo, Marie Poloka di Mechura a Praga. In Russia: La sposa venduta di Smetana a Pietroburgo. Totale: in Francia quattordici opere nuove, in Germania dieci, in Spagna sette, in Inghilterra una, e in Russia una. L’indecente traffico dei cosi detti suonatori-viggianesi continua peggio che mai negli Stati-Uniti d’America. Ecco un avviso che un padrone fa stampare sulla quarta pagina d’un giornale: «Cinquanta dollari di ricompensa per colui che potrà trovare due ragazzi musicanti, il più giovane chiamato Egidio Perrente, in età di 11 anni. Egli ha una specie di cicatrice sopra l’occhio destro, e porta pantaloni di velluto a righe. Il più anziano Antonio Giovanni Peters in età di 12 o 13 anni; uno ha una cassetta musicale e l’altro un violino» Charleston, S. C., 23 dicembre, 1871. L. Melfi. N. 18 Line Street. E il nostro governo che fa? Il Guide Musical di Bruxelles, dopo aver parlato del successo dell Aida al Cairo, dice «che se si fa astrazione dell’effetto della messa in iscena e si vuol domandare come la nuova opera sarà accoda in Europa ei è a temere che il successo non sarà così completo.» E siccome sarebbe stato facile aspettare a rispondergli dopo 1 esito di Milano, il detto giornale che ha la vista lunga e non vuole sciupare le sue strologazioni, soggiunge; «Milano che intenderà presto 1 Aida, durerà fatica a difendersi da una certa tenerezza per questa nuova creatura della musa lombarda, ma sulle altre scene europee dinanzi ad un pubblico meno parziale (sic) e più freddo, Aida sarà essa cosi cordialmente ricevuta?» L’appendicista della Nazione, parlando dell’esecuzione del Bravo di Mercadante alla Pergola di Firenze, trova la musica bella a dispetto dei suoi trent’anni di vita, e discorre con molto senno di Mercadante e delle scuole musicali del suo tempo. Sulle rappresentazioni del Giuramento alla Scala sono varie le opinioni; chi loda la musica e trova fredda l’esecuzione, chi trova buona l’esecuzione e fredda la musica, e chi le trova fredde tutte e due. L’appendicista della Lombardia assicura che dal Giuramento alle ultime produzioni musicali italiane si è fatto un gran passo innanzi. Il Corriere di Milano trattenuto da una leggiera indisposizione non potè assistere al Giuramento del 1872: a compensarne i. lettori parla loro del Giuramento del 1832 e mette a confronto i giudizii della stampa d’allora con quelli della stampa d’oggi. Nella Perseveranza Filippo Filippi, reduçe dal Cairo, intrattiene i lettori sul Viceré d’Egitto, sui suoi palazzi, sugli eunuchi, sulle Piramidi, va in estasi per le antichità raccolte lungo le spiaggie del Nilo, e inneggia al risotto ornato di tartufi e di funghi. L’Editore Tito di Gio. Ricordi ha acquistato la proprietà per tutti i paesi della FRANCESCA DA. mWÎÏTNI, nuova opera del maestro Giuseppe Marcarini. •¥■ Il Liuto, giornale letterario, artistico-teatrale che si pubblica a Roma, è entrato nel suo secondo anno di vita. Il sig. A. W. Ambros pubblicò a Lipsia un volume col titolo: Fogli variopinti, schizzi e studi pei dilettanti della musica e dell’arte plastica. Il maestro concertatore dell’Opera russa a Mosca, J. Scramck, compose una nuova grand’opera istorico-russa, Elias Murometz. ■¥■ La redazione del Nouvelliste, gazzetta musicale che pubblicasi a Pietroburgo, fu assunta col nuovo anno dal signor A. Henselt, che riteniamo sia il noto pianista e compositore. Nel prossimo febbraio andrà in scena alla Pergola di Firenze, la nuova opera, Il Paria, del maestro Burgio di Villafiorita. & Si aspettava al teatro Nuovo di Napoli la Rivista del 1871, sotto il titolo: Gli speculatori. La musica è di De Giosa, di D’Arienzo, di Buonomo, di Miceli e di altri. Troviamo nella Gazzetta dei Teatri: «L’orchestra del San Carlo di Napoli ha offerto, lassera del primo dell’anno, al baritono Aldighieri una splendida serenata. L esimio baritono nel mattino seguente fece rimettere alP orchestra il dono principesco di L. 1,200». ¥ Il poeta Arnaldo Fusinato, Impresario rdel teatro delle Logge, diede assieme cogli artisti di quel teatro e con parecchi giornalisti e letterati, un banchetto d’onore al maestro Cagnoni, in seguito al successo del suo Michele Perrin. N S. M. ha firmato il decreto che approva il nuovo Statuto del Conservatorio di musica di Napoli. M II Casino Udinese inaugurò la serie dei suoi trattenimenti di musica e ballo con un breve concerto, in cui furono assai bene, eseguiti parecchi pezzi di musica. Pare che la notizia del matrimonio del tenore Mario sia proprio vera. Egli ha sposato o deve sposare al tempio cattolico di Marylebone in Londra una giovinetta inglesa, lady Enriette Beaufort, sui 22 anni. Edoardo Mangin, il direttore del nuovo Conservatorio di Lione, fu ricevuto dal Ministro di belle arti che gli diede le sue istruzioni. Pare che Thiers voglia di questa succursale del Conservatorio di Parigi fare un Istituto di prim’ordine. A Monaco il 18 dicembre fu rappresentata per la prima volta F opera Lalla Roukh di Feliciano David.

  • Il Bey di Tunisi nominò commendatore dell’ordine di Nicham il tenore

Giuseppe Tombesi.

  • Ai concerti popolari di Bruxelles ricomparve festeggiatissimo il pianista

Jaell. Egli è, dice il Guide Musical, uno di quei rari pianisti d’oggid che si ostinano a credere che picchiar forte non dispensi dal suonar giusto. [p. 22 modifica]22 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO ♦ i concerti popolari incontrano gran favore a Marsiglia. In uno degli ultimi fu eseguita la Marche aux flambeaux e lo Struensèe di Meyerbeer. ¥ Al gran Teatro di Lione si sta preparando V Ombra di Flotow. V Il signor Hurand di Parigi smentisce la notizia corsa che egli avesse ottenuto concessione d’un’area ai Campi Elisi per costruirvi un teatro d’estate.

  • Un giornale spagnuolo annuncia ai suoi lettori che la Forza del Festino

alla Scala ha tenido bastante mal exito. Lo stesso giornale ha preso sul serio la notizia data dal Trovatore che l’impresario Scalaberni corre le città italiane cogli spartiti di Wagner sotto braccio, per annettere l’Italia alla Baviera (!)

  • È vero per altro che non sembra dar molta fede alla notizia e che ha

l’aria di volersi ridere delle paure del Trovatore, il che prova doppiamente che quel giornale è accorto, furbo, ben informato.... e faceto.... sopra tutto faceto! > La signorina Giulia de Wocher pianista diede nella sala Dante a Roma un concerto, in cui eseguì stupendamente musica di Mercadante, di Men» delssohn e di altri autori classici.

  • Leggiamo con stupore nella Gazzetta di Treviso:

«È quasi certo che il nuovo teatro di Salerno verrà inaugurato col Lohengrin di Wagner.» (1) Sàbato, 13 gennaio. Dopo due rappresentazioni del Giuramento, la Scala è ritornata alla Forza del Destino, che fu finora l’àncora di salvezza dell’impresa. L’esito di quest’opera andò mano mano crescendo, e coloro stessi che da principio si compiacevano nei confronti, ora non dimandano di meglio che di chiudere gli occhi e di battere le mani. Altre cose notevoli intorno alla Scala non ce n’è punto; una gran parte dei miei confratelli si è occupata, è vero, con calore di un bisticcio sorto fra due prime ballerine, ma io non so nemmeno in coscienza di che si trattasse; so solo che la Brambilla sostituì per poche sere la Girod nelle Figlie di Chèope e ne uscì senza infamia; e so che stassera va in iscena il nuovo ballo Velleda di Rota. Si dice che l’impresa abbia fatto le cose senza grettezza e si spera un buon spettacolo. Negli altri teatri le novità incominciano e finiscono nell’andata in scena del Ballo in Maschera al Carcano. Il capolavoro Verdiano ebbe un’esecuzione non certo squisita, madie nell’insieme sta degnamente al livello della mediocrità. I primi onori spettano al baritono Viganotti, artista sempre diligente ed animato che sa coll’arte impiegare il non ricco capitale di voce al cento per cento e fa negozi! sicuri. Voglio dire che egli non compromette mai l’intonazione per l’effetto, e nondimeno raggiunge sempre T effetto. La signora De-Zorzi (Amelia) era indisposta, ma eseguì abbastanza lodevolmente la sua parte; la gentile Nelly Marzi con una vocina delicata seppe mantenere la grazia della parte di Oscar e meritare T applauso, e la signora Core, sebbene alquanto esagerata nel modulare la voce, seppe far sfoggio di note basse, le sole che ella abbia piuttosto belle. Anche il tenore Mando mi parve per mezzi vocali inferiore alla sua parte, ma egli sa correggere col buon metodo T insufficienza, e quando la sua voce (1) Nella Rivista Milanese del passato numero, pagina 2, colonna 1, linea 34, dove è detto: «quanti non sono, nella classe dei tenori e i flauti mal suonati? «leva l’e che è di troppo e metti una virgola.» non è soprafatta dagli accompagamenti, sebbene naturalmente velata, sa riuscire gradevole e dolce. Le seconde parti, i cori e l’orchestra andarono alla meglio, il che non vuole questa volta dire che andassero male. La Canobbiana diede la sua serata a beneficio degli Istituti Teatrali, col solito spettacolo di commedia e ballo. Il ballo è ancora lo stesso; ma è già annunziato il successore per l’entrante settimana; auguro che il Genio della terra non faccia desiderare un’altra volta YAbderamo il sapiente che, a mio avviso, si è già dato abbastanza. Di cose che non si sono mai date abbastanza, bastano, la Dio grazia, due: la Principessa invisibile, e il Barchet de Boffalora. I due impresari fortunati che hanno la beatitudine di possedere questi capolavori privilegiati non se ne stanno tuttavia colle mani alla cintola; Righetti ha dato con successo nel teatro Milanese il Martin Bonstomegh di Monterenzo, Duroni e Bonzanini, con musica del maestro Prina, e Scalvini promette la nuova fiaba: Cacatoa. h L Considerate il Faust come volete, giudicatelo opera semi-seria, o grande opera, bisogna convenire che a questo spartito conviene assai più una ristretta cornice che un vasto palcoscenico. Se anche vi fossero decorazioni meravigliose, costumi ricchissimi e ballabili sorprendenti, il Faust non è che un quadro di genere, che collocato in una grande cornice male lascia scorgere certe bellezze pregevolissime, che assai più facilmente si scorgerebbero dietro limiti ristretti. Senza voler qui esaminare in dettaglio la maniera di fare di Gounod, senza cercare di discutere un talento di compositore, al quale altra volta su questo stesso giornale abbiamo fatto omaggio, è necessario confessare che nel suo stile la frase melodica, se spesso è felice, è anche frequentemente tronca e disegnata a mezza tinta, di più i suoi sviluppi d’orchestra, i suoi accompagnamenti studiatissimi e ornatissimi, sopraccaricano e spesso anche soffocano il canto con gran dispiacere di coloro ch«ancora ritengono essere l’orchestra fatta per accompagnare e sostenere i cantanti di un’opera, e non per attirarsi da sè sola tutta l’attenzione e tutto l’interesse dell’uditorio. È questa una delle basi su cui posa la musica dell’avvenire; ma a dispetto di Wagner e de’suoi adepti, i filarmonici italiani, sono ancora ben lontani d’essere arruolati a questa sedicente rinnovazione del dramma lirico, perocché preferiranno per molto, almeno lo speriamo, la melodia elegante e scientemente condotta ai grandi sviluppi orchestrali senz’altre idee infuori dalle abili combinazioni armoniche, che sono adatte ai pezzi sinfonici, ma insufficenti a completare il melodramma, e nel caso a sola condizione che venissero un poco moderate quelle sonorità esagerate che ponno allettare soltanto il cercatore di problemi armonici, ma che urtano i nervi e le orecchie degli amatori della buona opera. Nell’eroina ideale di Goethe, che Gounod fa cantare, vi sono due Margherite; la prima insciente del male, che s’abbandona alla prima sensazione del piacere, ed all’amore che non conosce, la seconda è la Margherita già caduta e che conosce l’amore e tutte le sue seduzioni e che poi si pente. E la signora CaruzziBedogni in questa parte, se non le si attaglia dal punto di vista [p. 23 modifica]GAZZETTA MUSI plastico ed estetico, riesci ammirabilmente dal lato drammatico e vocale, e nella frase: «Non sono damigella, nè bella» fu somma. La signora Carezzi cantò F amore e non lo mormorò e fu costante in tale bellissima esecuzione die nel terzetto finale produsse un grandissimo effetto, a tale da ingigantirla ai nostri occhi da quello che F avevamo giudicata sotto le spoglie di Semiramide. Dal-Negro rappresenta Mefistofele, e quantunque questo carattere sia molto difficile, sa ricavarne grande effetto e come azione e come canto, sebbene nell’interpretazione s’attenga di più a Don Giovanni che al Satana. Del resto la sua voce rotonda, piena nell’aria: «Dio dell’or» strappò gli applausi al pubblico che sin dal principio faceva il viso dell’armi. Zennari, nella parte di Faust, è piuttosto uno studente in cerca d’avventure che un eroe dato al diavolo; nullameno la sua voce giovane, fresca e vibrante produsse un eccellente effetto che condivise colla Carezzi e con Dal-Negro nel terzetto finale. Milesi non piacque nelle tre scene di cui si compone la parte di Valentino, al contrario venne applaudita la giovane signora Filippi (Siebel) nella ballata dei fiori. Tutto sommato, l’esecuzione del Faust, per parte dell’orchestra, cori e artisti, eccettuato Valentino, fu buona e frequenti furono gli applausi, quantunque parte del pubblico alla prima rappresentazione (13) avesse tentato di mandar tutto a rovescio per l’assenza delle ballerine che danzassero il famoso valzer. Il buon senso del vero pubblico ha reagito talmente, che la seconda sera tutto andò bene e gli artisti vennero chiamati al proscenio più volte alla fine dell’opera, e l’impresa ha promesso cambiare Valentino. Vi sarebbe qualche cosa da dire sulla messa in scena, sugli abiti troppo sfarzosi di Margherita e sul frequente cambio di luce nel 3.° atto. Da Rossini a Gounod, la transizione immediata non è facile, e noi riteniamo che ove frammezzo si fosse data un’opera d’altra maniera, un vantaggio ne sarebbe venuto all’impresa e al pubblico. F v rI’a via, 16 gennajo. Quasi quasi, per vezzo di originalità, comincerei a parlarvi dell’ultima scena — Il massacro dei Vespri ’Siciliani — che taluno asserisce essere la meglio riuscita, poiché (sempre il taluno) tutto il resto dell’opera sarebbe press’a poco un Massacro dei Vespri Siciliani, fatta però qualche onorevole eccezione. Intanto I Vespri non hanno affascinato il nostro pubblico, vuoi perchè non interpretati bene dai cantanti, vuoi per scarsità nell’orchestra di violini e violoncelli indispensabili, vuoi perchè vedovati di quell’apparato scenico (che qui brilla per la sua indecenza), senza cui somigliano a un gigante con una gamba di legno. La sinfonia, eseguita da un’orchestra mancante si di numero, ma che conta nel suo seno ( molto magro ) alcuni valenti professori e che è egregiamente diretta dall’abilissimo direttore Ramperti, allievo del vostro Conservatorio, fu in certe sere applaudita. — Alla prima donna signora Pollaci, siciliana, avvenente nella persona, ma debole di voce, sebbene educata a buona scuola e che cantò la prima sera, fu sostituita la signora Saurei, che piacque assai e come prima donna e come donna. Il tenore Ponti ha voce vibrata, e, come dice quel taluno di sopra, prende talora le note come si acchiappano le mosche. I cori se la cavano abbastanza bene; alle volte però troppo francesi, alle volte troppo poco siciliani. V’ha un secondo tenore Salemeno, che si sostiene benino nella sua modesta parte. Degli altri cantanti non ho tempo di discorrere. V’era chi voleva fare un Vespro anche di loro. — Invero sarebbe troppo. — Del basso disse con spirito un cronista teatrale della nostra città che se Giovanni da Procida avesse avuto la voce di quello ei sarebbe da dubitare se egli sarebbe riuscito a trascinare i Siciliani alla riscossa contro i Francesi. Della Commissione teatrale si può dire, senza tema d’essere tacciati di parzialità, che si rese benemerita pel modo con cui curò l’allestimento del Faust e del ALE DI MILANO 23 Ballo in maschera... nel carnevale 1871 (!) — E giusto però il riconoscere che con poco si fa poco. Si stanno preparando gli alloggi per l’arrivo dei Lombardi alla prima Crociala. — Basta che non sieno Croati... delV ultima spedizione. V. Venezia, 17 gennaio Ieri sera alla Fenice terzo fiasco colla Jone, che naufragò completamente. Dell’equipaggio non giunsero in porto che Nidia ed Arbace: la prima sorretta dall’appoggio de’suoi concittadini che vollero, e giustamente, incoraggiarla: F altro deve la salvezza al nome suo che suona caro e gradito in arte La ciurma propriamente detta (coristi ed orchestra, ma particolarmente i primi) fece prodigi di valore, ma fiato sprecato: il naufragio era inevitabile. Ora si vuol ritentare la prova della Jone sostituendo alla signora Schwarz la signora Moro. L’impresa scritturò la signora Majo per darci poscia il Macbeth. Maggiori particolari nella prossima settimanaP- F I>arig,i, 17 Gennaio. Posso alfine parlarvi della prima rappresentazione del Re Carota, e vorrei non dovervene parlare, tanto il disinganno è grande. Tanti mesi d’aspettativa, tanto tempo impiegato alle prove, tanto danaro speso per questa Fantasia, o come chiamasi qui, per questa Féerie, ed arrivare a che? A quel che costà dicesi fiasco. Intendiamoci; non è già lo spettacolo che ha fatto fiasco. Quando si spendono trecento o quattrocento mila franchi per la messa in scena, è superfluo il dire che è splendida, lussureggiante, fascinatrice. L’occhio è soddisfatto, anzi ammaliato. Ma non basta il sedurre la vista. A che valse il chiamare uno scrittore ben noto per opere teatrali assai meritevoli, come V. Sardou, quando non si doveva ottener da lui che una di quelle inette e vecchie scempiaggini che hanno già servito di cornice o di preteso a tutte le produzioni fantastiche di questo genere? Sempre la stessa cosa! La fata benefica e la fata malefica, un principe ed una fanciulla perseguitati, e dopo varie peripezie, salvati. Questa volta il principe è Fridolino XIV che ama una certa Cunegonda, la quale invece s’innamora d’un altro sovrano, orrido, stolido, stucchevole, uscito di sotterra, d’una radice animata, insomma del Re Carota. Fridolino, obbligato a fuggire dai suoi Stati invasi dall’usurpatore imbecille, cerca un talismano per ricuperare il trono; lo cerca a Pompei, nella Repubblica delle Formiche, nel Regno degl’insetti, nel Paesq delle Scimmie e finisce per non trovarlo; ma invece ritrova il suo trono. Cunegonda sen va a far la cantatrice di strada. La Carota coronata ritorna sotterra, d’onde non avrebbe mai dovuto uscire, ed il principe Fridolino sposa una fanciulla che l’ha seguito nelle sue peregrinazioni celesti e sotterranee, sotto abiti virili e che ha nome Rugiada della Sera. Come avete potuto vedere da questa rapida analisi, il dramma è palpitante d’interesse!... Tutto il tempo passa a veder ravanelli, porri, carote, bietole, ebuli, aneti, ecc. trascinarsi sulla scena, formiche e formicaleoni, farfalle, vespe, api, grilli, e per ultimo scimmie d’ogni sorta, beninteso che ognuno di questi vegetabili, insetti o quadrumani è rappresentato da un uomo o da una donna! Immaginatevi delle formiche grandi come le persone!... Tutto il diletto dello spettacolo è in questa strana metamorfosi. Ve n’ha un altro: quello di veder le ballerine quasi del tutto ignudò; una semplice maglia color carne ed appena appena un po’ di stoffa indispensabile... ma cosi poco, cosi poco; quasi nulla. Insamma la parte del sig. Sardou in quest’opera fantastica è ben poca cosa: ed ha questo di comune con la stoffa che copre in sì minime proporzioni le forme provocanti delle ballerine. Dello spettacolo vi ho già parlato. Resta a dire della musica. Offenbach ha messo qua e là qualche melodia più o meno originale, con gran numero di pezzi di musica da ballo, come polke, [p. 24 modifica]contradanze, farandole, saltarello, ecc. Un quintetto assai pregevole quello che cantasi a Pompei, ed un bel terzettino, il solo pezzo che sia stato ridomandato, sono degni dell’autore d’Orfeo, della Granduchessa e della Bella Elena. Il resto è vera musica di fantasia: gran fracasso di tromboni, di tamburi, di contrabassi, e di tutto ciò che fa più rumore all’orchestra. E questo durante sei buone ore di spettacolo! Alla prova generale essa poteva chiamarsi una prima rappresentazione, perchè il teatro della Gaité era zeppo, le Roi Carole cominciò prima delle otto della sera e terminò ad un’ora e mezzo dopo la mezzanotte. Ed ecco con quali elementi si cerca divertire il popolo che s’intitola il più spiritoso del mondo. Non è egli piuttosto uno spettacolo pei fanciulli, se vi fossero meno allusioni politiche e donne meno nude? Ebbene, malgrado l’insipido intreccio della cosi detta féerie; malgrado lo strepito della musica (che, ripeto, quando non è fragorosa, è in gran parte piacevole) malgrado la lunghezza dello spettacolo, o piuttosto a causa della lunghezza, tutti vorranno assistere ad una rappresentazione del Re Carota. Tanto meglio pel direttore della Gaité, chè così soltanto potrà rifarsi delle ingenti spese. Per poter guadagnare, bisogna che il Re Carota abbia più di cento rappresentazioni consecutive. Se ne ha meno, il direttore ei rimetterà del suo. Ma che lusso di vestiario! finora non s’era mai veduto tanto sfoggio di stoffe sulla scena e tanta ricchezza. Ventidue quadri, volea dire ventidue cambiamenti di scena. Ve ne sono due che farebbero accorrere, non solo tutta Parigi, ma la Francia intera. Il primo è la scena di Pompei. S’incomincia per mezzo d’una tela (o scena corta) per vedere la città distrutta; la via delle tombe. Ad un colpo di bacchetta la scena cangia, ed il teatro rappresenta Pompei come doveva essere nel tempo più splendido della civiltà romana. Questo quadro è veramente bello, e la messa in scena è accuratissima. Il plauso è giusto, unanime, meritato. L’altro quadro anche meraviglioso, è quello detto della festa di primavera. Tutti gl’insetti (personificati da un numeroso stuolo di belle danzatrici; riempiono la scena. Udreste uno stormir d’ale di farfalle, tanto la metamorfosi è ben fatta. Il teatro è illuminato della luce elettrica, direste il sole. E per l’aere gruppi o piuttosto grappoli di donne idealmente belle, che sembrano nuotar nell’atmosfera. Credereste essere sotto l’impero di un sogno. I fumatori di oppio, o quelli che cercano l’oblio dei mali nell’haschich, debbono aver consimili visioni quando s’addormentano sotto il lucido cielo orientale. Assai men bello, ma più divertente, è il quadro delle scimmie. È però troppo lungo. Se alle rappresentazioni seguenti se ne taglierà via una buona metà, ne resterà abbastanza per far ridere senza sazietà. Il canto è affidato alle signore Seveste e Sudir; ai signori Masset e Soto; non parlo delle parti secondarie. La signorina Seveste che è una vera cantante, e che un giorno o l’altro farà parte d’una delle più scelte compagnie d’opera italiana, rappresenta il poetico personaggio di Rugiada della Sera. Il maestro ha scritto per lei le più delicate melodie, ed ella le dice con arte, con grazia, con gran successo. Il Masset è un buon artista; peccato che abbia consentito a cantare in un’opera cosi strana, come una Féerie. Gli altri sono conosciuti, inutile estendermi sul loro valore. Per riassumere in poche parole il rendiconto promessovi sul Re Carota, vi dirò che il solo spettacolo ha avuto davvero quel che chiamasi successo; che la musica, salvo la parte troppo fragorosa, non è indegna d’Offenbach; al contrario! che il lavoro di Sardou, invece, non è affatto degno dell’autore drammatico a cui il teatro moderno deve tante e tante belle commedie, ma, come pretendono i suoi amici, egli l’ha fatto per giuoco; ha voluto mostrare che il tempo delle féeries è finito. Se non è vero, è ben trovato. A A Londra, 9 gennaio. (■Ritardato.) Il teatro di sua Maestà (Her Majesty’s) sarà finalmente riaperto per la stagione prossima. Dicesi che Mapleson stia preparando un grande e nuovo trattenimento musicale, e vuoisi che stia meditando seriamente d’illustrare la riapertura del suo antico teatro coll’opera, Aida, la quale fa furore al Cairo. Il ritorno di Mapleson all’Ber Majestys è’ un avvenimento degno di nota, poiché la fama attribuiva al Gye, che avevaio tolto in affìtto da Lord Dudley, il disegno di tenerlo chiuso per servir meglio ai propri interessi al teatro di Covent Garden. La condotta del Gye non riusciva però soddisfacente a Lord Dudley, il quale sembra che a termini del contratto perdesse considerevolmente rimanendo chiuso il teatro. Ora la notizia della riapertura fa credere che ogni ragione di dissenso sia cessata fra il nobile proprietario del teatro e il sig. Gye, e quindi i tribunali non avranno più ad occuparsi delle loro differenze. Un’enorme somma, che si fa ascendere a circa 20,000 lire sterline, vuoisi esser necessaria per mobigliare il teatro. La giovane canadense che canta in Firenze sotto il nome di. Albani, e che ha trionfato nella Sonnambula, è stata scritturata nuovamente dal Gye per la stagione prossima. Sebbene anche T anno scorso fosse scritturata, la brava cantatrice non fu invitata e non potè dar saggio del suo talento in pubblico. Lettere dal Cairo ai giornali inglesi parlano con molto favore della nuova opera di Verdi e della munificenza del viceré di Egitto il quale non risparmia spesa per rendere attraente agli stranieri la sua capitale. Non starò a ripetere a voi la storia, che ha dato vita alla nuova musica del sommo maestro. Vi dirò solo che la mise en scène dell’opera è detta incantevole. Artisti e maestro sono lodati egualmente. Il viceré, al quale Cairo deve il lusso d’esser stata la prima città a gustare la nuova opera di Verdi, vuoisi che abbia speso non meno 30,000 lire sterline. Il re dei Belgi, che fu presente alla prima rappresentazione dell’Amleto a Brusselle, ha elevato alla dignità di ufficiale delT ordine di Leopoldo l’autore sig. A. Thomas. I premi che saranno offerti nelle gare musicali, che avranno luogo al palazzo di Cristallo nell’estate prossima, ammonteranno a mille e cinquecento lire sterline. Un premio di mille lire sarà dato al coro migliore. I solisti, siano pure tenori anche del merito del sig. Fancelli, non avranno che un premio di venti cinque lire sterline. Perciò v’ha a temere che il sig. Fancelli si deciderà a far tacere del suo canto le sale del palazzo di Cristallo! Però la risoluzione di dare il massimo premio del valore di venticinque mila lire in moneta italiana a un coro piuttosto die a un solista è degno di nota; poiché prova che si vuole incoraggiare la musica fra il popolo, ed estenderne generalmente la coltura. Il principe Napoleone, accompagnato dalla principessa Clotilde e famiglia, visitò nella scorsa settimana Egyptian Hall, dove sembra che prendesse non poco diletto assieme coi suoi nella rappresentazione del prestigiatore. Il tempo continua straordinariamente mite, sebbene di tanto in tanto ei salutino vere tempeste di pioggia. C. — —

COMO. I Lombardi di Verdi ebbero esito felicissimo. L’esecuzione, per ciò che è canto e messa in scena fu ottima. LIVORNO. La Lucia colla signora Calisto-Piccioli, col baritono Valle e il tenore Bignardi, ebbe esito felicissimo. Applauditissimi tutti. [p. 25 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 25 MESSINA. Fanatismo il Roberto Devereux, eseguito assai bene dalla Ronzi-Checchi e dal baritono Cìapini. AMBURGO. Nello scorso mese di dicembre si rappresentarono nientem eno di 16 opere. Eccone i titoli: I diamanti della corona, La muta di Portici, Rigoletto, La principessa di Trebisonda, Gli Ugonotti, Das Gespenst in der Spinnstube, Il matrimonio alle lanterne, La figlia del reggimento, Fidelio, La Sonnambula, Il campo di Granata, Lucia di Lammermoor, La rosa di Bacharach, L’Africana, Il barbiere di Siviglia, Il Trovatore. — Totale 29 rappresentazioni. WEIMAR. Secondo il prospetto statistico del teatro granducale, ebbero luogo nell’anno scorso 155 rappresentazioni, ripartite su 67 opere, 5 farse e 9 concerti. PRAGA. L’Amleto di Ambrogio Thomas, sebbene eseguito colla massima accuratezza, non piacque. Soltanto alcuni frammenti nel secondo e quarto atto riuscirono a scuotere l’applauso del pubblico. FRANCOFORTE s. M. Al teatro di Città dal primo novembre 1870 al 31 ottobre 1871 ebbero luogo 333 rappresentazioni, consistenti in 45 opere e 21 vaudevilles. Il maggior numero di rappresentazioni fu per Auber di cui si eseguirono 5 opere in 14 sere; Lortzing, 3 in 12; Verdi. 4 in 12; Meyerbeer, 4 in 11; Weber, 2 in 11; Mozart, 4 in 10. A questi si approssimano Halevy e Donizetti, ognuno per 8 sere, poi tengono dietro Flotow, Gounod ed altri. VIENNA. Nello scorso anno ebbero luogo 305 rappresentazioni d’opera e e ballo. Meyerbeer e Wagner ne ebbero il maggior numero (5 opere di ciascuno); a questi tengono dietro: Auber, Donizetti, Mozart e Verdi — ciascuno per 3 opere; quindi Gounod e Weber con 2 opere, Adam, Beethoven, Bellini, Boieldieu, ecc., con una sola opera, LOVANIO. Il Circolo De-Bériot ha eseguito le Sorcier par hasard, opera comica inedita, parole e musica del barone De Peellaert. GAND. Ottimo esito la Traviata colla signorina Cerny-Levert e coi signori Gillaud e Flachat. BRUGES. L’Emani, eseguito dalla compagnia di Dunkerque, ebbe esito assai lieto, non ostante un’esecuzione in molte parti debole. Meritano lode la signora Moreau ed i signori Kreitz e Delibert; degli altri è meglio tacere. Barbari i cori. BORDEAUX. Al Gran Teatro fu data con esito felice Y Ombra di Flotow. L’esecuzione contribuì in molta parte al successo. BARCELLONA. Nel teatro del Circo buon esito la Mai’ia di Rohan, eseguita dalle signore Ruggeri e Marcotti e dai signori Conti e Moragas. — Firenze. È aperto nel R. Istituto Musicale un Concorso di composizione vocale sopra il tema seguente: Mottetto: Benedixisti Domine terrain tuam; aver listi captivitatem Jacob; remisisti iniquitatem plebis tuce. Fuga a sei parti e tre soggetti per sole voci. La scelta delle voci è lasciata all’arbitrio del compositore. Alle voci potrà aggiungersi una parte ad libitum di basso numerato. Si rammenta che le parole del testo secondo le discipline liturgiche debbono musicarsi uti jacent, vale a dire senza trasposizioni, inversioni o alterazioni di sorta, salvo le occorrenti ripetizioni. L’autore della composizione che conseguirà il premio, riscuoterà dalla cassa del R. Istituto la somma di L. 200. I soli scrittori italiani, o che abbiano fatti in Italia i loro studi, sono ammessi al Concorso. Le composizioni da presentarsi al Concorso dovranno essere scritte intelligibilmente in partitura e recapitate franche di ogni spesa alla Segreteria dell’Istituto prima delle ore 4 pomeridiane del dì 14 agosto 1872. — Il 21 corrente alle 11 precise del mattino sarà eseguita nel Tempio di Santa Croce, sotto la direzione dell’autore, la Messa in mi minore di Giulio Roberti, già maestro di Cappella a Londra sotto il fu Em. Cardinale Wiseman, composta nel 1863 per la pro-cattedrale dell’Arcivescovado di Westminster e pubblicata dagli editori Novello, Ewer e Comp. di Londra. L’esecuzione è affidata, per la parte vocale, agli alunni della Pia Casa di Lavoro, e ad un numero di giovani esercenti le arti industriali e meccaniche o addetti al commercio ed ai pubblici servizi, stati tutti istruiti gratuitamente nella musica dal signor Roberti, e formanti un complesso di 110 voci. L’orchestra si compone di 40 professori addetti ai teatri della Pergola e Pagliano; in tutto 150 esecutori. Terminata la Messa si eseguirà una Marcia del medesimo autore. — Genova. La Gazzetta di Genova del 16 scrive: La musica sacra, che si ode fra le cerimonie religiose e il devoto raccoglimento delle chiese, passa sovente inosservata per la pubblica stampa; ma noi facciamo questa volta un’eccezione per quella del maestro rev. Gerolamo Carniglia, eseguita la scorsa domenica nella Basilica di San Siro. Celebravasi la festa della Madonna della Provvidenza. La musica dell’egregio compositore, ispirata ad un profondo sentimento religioso, manifestò inoltre novità ed eleganza di pensieri, condotta e strumentazione eccellenti, e quel non so che di grandioso che impone reverenza ed ammirazione. Le semplici melodie vi s’intrecciano con bell’armonia ai canoni ed alle fughe, senza mai smentire quello stile severo che si addice a sacri componimenti musicali. — Bruxelles. A sostituire i defunti Fétis, Haussens e Soubre, la classe di belle arti dell’Accademia Reale del Belgio nominò, in seduta del 4 corrente, a membri titolari nella sezione di musica Aug. Gevaert, direttore del Conservatorio di Bruxelles, Carlo Bosselet e Armando-Maria Limnander compositore. — Invece di Auber e di Mercadante nominò come associati Carlo Gounod e il maestro Basevi di Firenze. — Il primo concerto dei signori Brassin, Vieuxtemps e Servais fu cosa stupenda; tre nomi soli componevano il programma: Beethoven, Schumann e Raff, gli eroi di tre scuole classiche. La musica di questi sommi compositori fu egregiamente eseguita dai sommi concertisti. — Namur. La serata d’inaugurazione del nuovo locale, data il 2 corrente dal Circolo Artistico-Letterario, ebbe un esito splendidissimo. Vi presero parte nel canto: la signorina Leclerig di Bruxelles, il signor Laurent, e la sezione corale del circolo, e nella parte strumentale il signor Luigi Kefer, professore al Conservatorio di Bruxelles, e il pianista Bauwens — Mannheim. Malgrado l’enormità dei prezzi il concerto dato sotto la direzione di Riccardo Wagner riuscì affollatissimo. Salvo l’ouverture del Flauto magico e la settima Sinfonia di Beethoven, il programma non comprendeva che musica di Wagner. — Colonia. L’esecuzione dell’oratorio Theodora di Handel fece del quinto concerto del Gurzenich il più interessante della stagione. Dopo la morte di Handel quest’opera era del tutto sparita dalle sale di concerti d’Inghilterra, e in Germania non era stata eseguita che una volta negli ultimi venti anni dall’Accademia di canto di Berlino. L’esito splendido che ottenne or ora questa risurrezione prova quanto fosse ingiusta la dimenticanza. — Strasburgo. La serie dei concerti del Conservatorio fu inaugurata il 4 corrente. L’orchestra, composta di numerosi elementi eterogenei, raggruppati intorno a quel che avanza dell’antica orchestra del teatro distrutto dal bombardamento, eseguì lodevolmente F ouverture à’Egmont di Beethoven e varii altri pezzi. Il direttore d’orchestra, signor Franz Stockausen, che è pure il nuovo direttore del Conservatorio, fa del suo meglio, ma non riesce a far dimenticare Hasselmans. — Stuttgart. Il Conservatorio di musica, posto sotto la protezione del Re, accettò nello scorso autunno 107 nuovi allievi, ed ora ne conta in totale 453. Solì 241 allievi sono di Stuttgart. Tra gli esteri, ve ne sono 4 della Turchia e 42 dell’America. L’istruzione è affidata a 24 maestri, 2 maestri-ajutanti ed una maestra. — Il programma dell’ultimo concerto dell’Unione per la musica classica ecclesiastica componevasi delle seguenti interessanti composizioni: Ricercario (fuga) per organo di Buus, due melodie sacre per coro a quattro voci, mottetto di Orlando di Lasso, canzone per organo di Gabrieli, mottetto di Palestrina, due corali a quattro voci, canzone per organo di Frescobaldi, Miserere di Allegri, due canzoni spirituali per una voce di Criìger e Lòhner, Crucifixus di Lotti, Toccata in fa maggiore per organo di Bach, cantata (per la terza festa di Natale) di Bach. [p. 26 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 14-20 gennaio. Teatro alla Scala. 14, 17 e 18. La Forza del Destino - Le Figlie di Chèope, ballo — 20. La Forza del Destino - Velleda, ballo nuovo. Teatro alla Canobbiana. 14. Luigi XI - Abderamo il sapiente, ballo. — 15. La catena di ferro Abderamo il sapiente, ballo — 16. Il cittadino di Gand - Abderamo il sapiente, ballo — 17. L’unico figlio - Abderamo il sapiente, ballo — 18. La signora dalle Camelie - Abderamo il sapiente, ballo — 19. Luigi XI - Abderamo il sapiente, ballo — 20. La rivincita - Abderamo il sapiente, ballo. Teatro Carcano. 14. I Lombardi — 16 e 17. Un Ballo in maschera — 18. Francesca da Rimini — 19. I Lombardi — 20. Un Ballo in maschera. Teatro Re. 14. Raffaello Sanzio. — 15. Animo fiacco — 10. Una missione della donna — 17, 18 e 19. Nerone — 20. La verità. Teatro Santa Radegonda. 14 e 15. Gli Antropofagi — 17. La diva di Karacalpak — 18 e 19. Gli Antropofagi. — Milano. Luigia Trivulzi-Graffigna, ex-artista di canto, morì l’8 corrente a 63 anni. — Gaetano Poli, organista, morì a 73 anni. — Lérida. D. Alejo Merce’y Fondevila, compositore valente di musica sacra, morì il 26 dicembre in età di 66 anni. — Avana. Il baritono Gassier morì testò di febbre gialla. — Melchiorre Vidal, tenore. — Rudolstadt. Federico Müller, maestro di cappella. Aveva 85 anni. — Parigi. Il Gazilois annunzia la morte del tenore Colin, in età di trent’un’anno. — N. I. Tourguéienff, celebre scrittore russo, autore di molti melodrammi posti in musica dalla signora Paolina Viardot, morì a 81 anni. — Giulia Priedo, cantante spagnuola di molto talento, morì a 52 anni. — Copenaghen. Enrico Rung, compositore, direttore del Circolo Cecilia e maestro di canto al teatro, morì a 64 anni. — Amburgo. Teodoro Gassmann, critico dei giornali le Freyschutz, la Re forme, ecc. ^MPIEpHI Y ACANTI Poggio Mojano. Per l’avvenuta morte del signor Luigi De Benedictis essendosi reso vacante il posto di Maestro-Direttore del Concerto Comunale, ne resta aperto il relativo concorso fino al l.° febbraio. Lo stipendio annuo è di L. 1000. Il Maestro partecipa degl’incerti sia per le sortite interne che esterne non obbligatorie, in ragione del doppio della porzione spettante ad ognun concertista. La nomina sarà fatta per un triennio. Signor avvocato P. R. — Voghera. Quanto ei chiedete sorpassa di gran lunga il valore dei premj e del giornale insieme. Scegliete un terzo premio: in cambio del resto possiamo accordarvi un secondo premio musicale da scegliersi nella terza categoria del 3.° premio. Per esempio il N. 8, od il N. 9, od il N. 10. Cordiali saluti. Signor Cesare Cav... — Vicenza. — N. 190. Il Roberto Devereux sorpassa il valore del premio: vi abbiamo subito spedito la Lucrezia Borgia. Speriamo avrete ricevuto regolarmente il giornale. Signor maestro Federico C... — Finalborgo ligure. Possiamo mandarvi intanto la Gazzetta. In quanto ai premii non possiamo prescindere dalle condizioni stabilite. Lady Adele B... — Napoli. — N. 101. A mezzo della nostra casa di costì riceverete i premii del 1871. Dell’album di Bortolini è esaurita la prima edizione; a giorni escirà la seconda e ve la spediremo: indicateci quale volume scegliete delia Biblioteca popolare per pianoforte solo. Signor Edmo D... — Livorno. Abbiamo una quantità straordinaria di lavoro. Appena sarà possibile pubblicheremo. Se ad un selvaggio re premetterai Un I), potenza sterminata avrai. Spesso al primo primiero Un altro appar finterò, Ed al primo secondo Diventa un vagabondo. SPIEGAZIONE DELLA SCIARADA DEL NUMERO I. Z-IO SPIEGAZIONE DEL REBUS. Meglio divisi in terra che uniti in cielo. Quattro degli abbonati, che spiegheranno la Sciarada e l’indovinello, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista minima, a loro scelta. La sciarada e il relus del N. l.° della Gazzetta furono spiegati dai signori: Camillo Cora (Torino), Angelo Vecchio (Pavia), ai quali spetta di diritto il premio. Il rebus fu inoltre spiegato dai signori: avv. Guido Venini (Como), Fantoni Alfonso (Piacenza), E. Bonamici (Livorno), ing. Pio Pietra (Pavia), G. Orrù (Padova). Estratti a sorte due nomi riuscirono premiati i signori: Pio Pietra e G. Orrù. La spiegazione degli indovinelli del N. 2 è prorogata alla settimana ventura; questa proroga diventerà norma per Tavvenire, per dar tempo ai lontani di concorrere al premio. Editore-Proprietario, TITO DI GIO. RICORDI. Oggioni Giuseppe, gerente. Tipi Ricordi. — Carta Jacob.