Pastorale 31 maggio 1889 (Marello)

Da Wikisource.
Giuseppe Marello

1889 Indice:Pastorale 31 maggio 1889 (Marello).djvu Cristianesimo Cristianesimo Lettera pastorale al clero e al popolo della diocesi d'Acqui Intestazione 28 giugno 2011 100% Cristianesimo

[p. 3 modifica]




GIUSEPPE MARELLO

PER GRAZIA DI DIO E DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA

VESCOVO D’ACQUI E CONTE

PRINCIPE DEL SACRO ROMANO IMPERO


AI VENERABILI FRATELLI E FIGLI IN CRISTO DILETTISSIMI
DIGNITÀ CANONICI PARROCI CLERO
OTTIMATI MAGISTRATI E POPOLO DELLA CITTÀ E DIOCESI


PACE E SALUTE NEL SIGNORE

Pax vobis. La pace sia con Voi, o Venerabili Fratelli e Figli dilettissimi. La prima parola che v’indirizzo è un saluto di pace, un augurio di bene; saluto ed augurio che non comprenda soltanto quella pace, quel bene a cui aspira per naturale tendenza il nostro cuore, ma un bene incomparabilmente maggiore e del tutto [p. 4 modifica] soprannaturale, la pace vera che nella venuta di Gesù Cristo sulla terra fu dagli angelici cori annunziata agli uomini di buona volontà; che è nella vita presente un riflesso di quell’ineffabile stato di contento e di amore che si chiama gloria nella seconda vita, e come discende dal cielo così fa simile, quanto si può, al cielo la terra. Del tesoro di questo bene è costituita depositaria e dispensatrice la Chiesa dal suo Fondatore divino, poichè per mezzo di lei si imparano quelle verità, si ricevono quelle grazie in cui trovano il loro riposo la mente e il cuore. Ministro io, sebbene indegno, della Chiesa e mandato a voi dal suo Capo visibile, nel darvi quel saluto di pace, che vi rinnoverò ogni giorno dal santo altare, già incomincio la missione di comunicarla questa pace alle anime vostre. È dunque una missione di pace quella che vengo ad esercitare tra voi; la stessa missione che per ben diciassette anni adempiè il benemerito Pastore che tanto amaste, quella di molti personaggi insigni per scienza e virtù che illustrarono la Sede episcopale Acquese, quella di S. Maggiorino e di S. Guido che invochiamo protettori nostri in cielo. Missione per voi salutare ma per me formidabile ed apportatrice di gravi sollecitudini ed anche di penosa trepidazione se non quietassi l’animo nella pace della ubbidienza, se non sapessi che troverò nella Diocesi molti ausiliari pronti ad agevolarmene il compimento.

E i primi ausiliari i più validi sostegni della mia missione sarete Voi, o Venerabili Fratelli, Dignità e Canonici della Cattedrale. La Chiesa, provvida madre, vuole che io mi appoggi al vostro sapere ed alla [p. 5 modifica] vostra esperienza nell’esercizio dell’episcopale ministero, e che voi in ogni difficile occorrenza mi siate larghi del vostro lume e consiglio. Già fin d’oggi vi esprimo l’imperitura mia riconoscenza per tutti gli aiuti che vi domanderò fiduciosamente e che voi fraternamente mi presterete; e ringrazio il Signore che mi circonda d’un Senato cospicuo per dottrina e virtù, per l’amor grande che porta alla Chiesa di Cristo, per l’attaccamento filiale alla Cattedra di Pietro.

Agli aiuti che dal consiglio e dall’opera vostra, o Venerabili Fratelli, io mi aspetto, vogliate aggiungere quello potentissimo della preghiera. Quando uniti nella Casa del Signore canterete le sue lodi e invocherete sul popolo le celesti benedizioni, vi sovvenga in special modo di me che a questo popolo debbo essere guida nel cammino della salute. Lo stesso aiuto io spero anche da Voi, o egregi Canonici, che nella Chiesa Collegiata di Campo Ligure pure attendete all’angelico ufficio di lodare e glorificare Iddio.

A voi pur m’indirizzo, o Venerandi Parroci, a voi che con me dovete specchiare in mezzo al popolo l’immagine del buon Pastore. Oh quanto mi è dolce il pensare che per voi la mia missione sarà feconda di bene in ogni più remota parte della Diocesi! che pel vostro zelo potrò adempiere meglio il pastorale ufficio: conoscere le mie pecorelle, assicurar loro il pascolo salutare, difenderle dal nemico rapace, guidarle all’eterno ovile.

Ma con tante anime da salvare lo zelo vostro non basterebbe se non vi fosse congiunto lo zelo di quei [p. 6 modifica] Sacerdoti, i quali, pur non avendo la cura d’un particolar gregge, debbono tuttavia per la grazia dell’ordinazione servire a Dio nei santi ministeri. Anche voi, Sacerdoti carissimi, siate immagini del buon Pastore, anche voi attendete sempre ad evangelizzare la pace. Guardate intorno: quanti giovanetti a cui è necessario spezzare il pane della parola di Dio! quanti tribolati a cui un labbro inspirato dalla carità di Gesù Cristo può comunicare la consolazione! quanti peccatori a cui Iddio per mezzo del suo ministro vuol restituire la pace della coscienza! Sia tra voi, come tra i Parroci, una santa emulazione di zelo per la salute delle anime; e riceverete un giorno dal Principe dei Pastori la vostra corona di gloria. Cum apparuerit Princeps Pastorum percipietis immarcescibilem gloriae coronam.

Una parola di affetto a voi rivolgo, o Sacerdoti del Clero regolare, che perseveranti nella sublime vostra vocazione camminate sulle orme gloriose di quegli eroi di santità Francesco d’Assisi, Giuseppe Calasanzio, Paolo della Croce. È prezioso il bene che voi fate nella Diocesi; sono graditi al Signore i vostri passi nel ministero dell’evangelica predicazione; fruttuose e benedette le vostre sollecitudini e fatiche in vantaggio della gioventù. Pochi di numero moltiplicatevi col vostro zelo, con quello zelo che ha soltanto in mira la gloria di Dio e la salvezza delle anime e che nei vostri santi Fondatori ha operato meraviglie; e la mercede che non ricevete qui in terra l’avrete con essi abbondante in cielo. Gaudete, et exultate, quoniam merces vestra copiosa est in coelis. [p. 7 modifica]

A voi poi, o carissimi Alunni del Santuario, quante cose ho da dirvi che ora non mi è concesso pur di accennare! Sento perciò vivissimo il desiderio di trovarmi presto con voi; di parlarvi delle speranze che in voi ripone la Chiesa; di sollecitarvi a crescere in scienza e virtù affinchè quelle speranze non vadano deluse; di rallegrarmi della corrispondenza vostra alle grazie che ricevete dal Signore per rendervi degni dell’altissimo ministero a cui Esso vi chiama. E si riempirà di santa letizia il mio cuore allorquando potrò imporvi le mani, e suscitare in voi novelli evangelizzatori di pace al diletto mio popolo.

Mi è pur dolce il rivolgere la parola a voi, o Vergini del Signore, che in bel numero servite allo Sposo celeste nella Diocesi Acquese. Anche voi siete cooperatrici della mia missione, anche il vostro è un ministero di pace. Voi la invocate dal cielo questa pace nell’angelico ufficio della preghiera; voi la diffondete nelle famiglie educando le giovanette a quelle virtù che le formeranno buone madri; e da non poche di voi questo dono di Dio è portato nella casa del dolore al letto dei poveri infermi. Proseguite generosamente nel cammino in cui entraste animose, e Gesù vostro Sposo divino vi riempia il cuore di pace e di gaudio. Pax Christi exultet in cordibus vestris pegno di quella pace perfetta, di quel gaudio perenne che vi è serbato in cielo.

Anche a voi, o illustri Personaggi che nella Diocesi presiedete alla tutela del pubblico bene, anche a voi mi sia permesso di indirizzare un riverente ed [p. 8 modifica] affettuoso saluto. Voi rappresentate quella podestà che è ordinata da Dio ed è ministra di Lui per il bene (S. Paolo ai Rom. XIII); ministra di bene, perciò ministra della pace che secondo la definizione di S. Agostino è la tranquillità dell’ordine. A promuovere insieme questo bene, questa pace, noi ci scambieremo l’aiuto opportuno; e un aiuto efficace lo invocheremo da Dio che è principio dell’autorità e che l’avvalora comandando a tutti di esserle sottomessi non solo per timore ma per coscienza, minacciando eterno castigo a chi le oppone resistenza. (S. Paolo, ib.).

Ora a ciascuno de’ miei dilettissimi figli vorrei, se fosse possibile, indirizzare una parola di affetto, un saluto di pace. Abbiatela tutti questa pace che l’amor mio vi desidera; nè mai il maligno angelo, insidiatore antico di lei, possa farvela perdere colla ribellione alla divina legge. Mantenetevi ubbidienti alla Chiesa che la stessa legge vi insegna ad osservare amorosamente, e col cuore inondato di pace vivrete in quella vita di carità che è un’immagine, la migliore immagine che si possa formare quaggiù della vita celeste.

Essendo la preghiera uno dei principali atti di questa vita di carità, lasciate, o dilettissimi, che io vi rivolga un caldo invito a pregare. Sì, innalzate a Dio i vostri cuori e pregate. E primieramente pregate pel Sommo Pontefice Leone Papa XIII. Nel giorno in cui preconizzò il vostro Vescovo uscirono dal suo labbro, e più che dal labbro dal paterno cuore, belli auguri di pace per la cristianità, anzi per tutte le genti; poichè alla diffusione in ogni parte della terra dell’evangelo di pace mirano [p. 9 modifica] sempre i suoi desiderii, le sue apostoliche fatiche. Pregate il Signore affinchè si compiano i voti di questo Padre amantissimo, ed Egli vegga in mezzo ai suoi figli fiorir la giustizia e la pace.

Pregate per l’Eminentissimo Cardinale di S. Chiesa Raffaele Monaco La Valletta, Decano del Sacro Collegio e Penitenziere Maggiore, il quale si degnò di consacrarmi a vostro Vescovo e pei due illustri Prelati Rocco Cocchia Arcivescovo di Chieti ed Ignazio Persico Arcivescovo di Damiata che assistettero alla mia consacrazione.

Pregate per l’Eminentissimo Cardinale Gaetano Alimonda nostro venerato Metropolitano, che in momenti di trepidazione pel mio cuore mi fu largo di consiglio e conforto.

La Chiesa ci raccomanda colle parole dell’Apostolo di pregare pro regibus et omnibus qui in sublimitate sunt, ut quietam et tranquillam vitam agamus (I a Tim. II 2). Pregate adunque per l’augusto nostro Sovrano, per la reale Famiglia, per tutte le Autorità, affinchè Iddio conceda loro quei lumi e quella forza che si richieggono in chi presiede al pubblico bene.

La carità che vi stringe al vostro Pastore già vi muove a pregare per lui; deh vogliate anche innalzare a Dio una preghiera per quelle amate persone del cui affetto la Divina Provvidenza benignamente lo circondava prima d’inviarlo tra voi; aiutatelo così a pagare il tributo della gratitudine verso coloro dai quali si deve staccare per essere tutto vostro. Pregate per l’angelo della Diocesi d’Asti Monsignor Giuseppe Ronco che gli [p. 10 modifica] fu padre e benefattore amantissimo; per i Canonici della Cattedrale che fu avventurato di poter chiamare e ancor saluta col dolce nome di fratelli; per tutto il Clero di cui ebbe a goder sempre, anche senza merito, la preziosa benevolenza; per tante altre dilette persone delle quali serba la memoria scolpita in fondo al cuore. In quest’ufficio di carità voi avrete, ne son certo, il ricambio, e la preghiera vicendevole sarà per tutti un mezzo di salute. Oremus ad invicem, ut salvemur.

Or conchiudo colla preghiera che deve essere sempre sulle labbra del buon pastore pronto a sacrificarsi per le pecorelle amate: oh Signore, aiutami a custodire nel nome tuo i figli che mi hai consegnati; dammi che io possa, quando mi chiederai conto delle anime loro, risponderti con gioia: ecco tutti li ho custoditi; nessuno di essi è perito.

Colla fiducia che le comuni preghiere, avvalorate dalla potente intercessione della Vergine Santissima e dei nostri Santi Patroni, saranno accolte dalla divina bontà e ci impetreranno ogni grazia desiderata, vi imparto, o Venerabili Fratelli e Figli Dilettissimi, la pastorale benedizione. Pax, et benedictio Dei Omnipotentis Patris, et Filii, et Spiritus Sancti descendat super vos, et maneat semper. Amen.

Asti, 31 Maggio 1889.


GIUSEPPE Vescovo.


Sac. PIETRO PELOSO Segretario.